Secondo una vasta e importante critica, le norme del decreto sicurezza varato dal governo destano forte preoccupazione. Al di là del carattere essenzialmente simbolico e comunicativo, l’ampliamento del ricorso al diritto penale confligge con i principi di proporzionalità e sussidiarietà, mentre lo spostamento del baricentro delle riforme verso un diritto penale d’autore, si traduce nella repressione di condotte che esprimono dissenso o che emergono da contesti di marginalità sociale, denotando un pericoloso scivolamento verso una gestione securitaria dell’emergenza carceraria.