La narrativa di Paul Murray – se si pensa a opere come lo spiazzante Skippy muore fino al recente Il giorno dell'ape – ha tra le sue qualità quella di riscrivere molti cliché del romanzo di formazione e delle storie familiari, sconfinando a più riprese nella satira sociale e nella tragicommedia. I protagonisti dei tentacolari tour de force dell'autore irlandese – fresco vincitore del Premio Strega europeo 2025 e intervistato al Festival da Giulia Cuter – sono ragazzi insicuri alle prese con party da sballo, prime morti e primi amori; coppie di mezza età ossessionate dall'apocalisse e dalle finanze in rovina; uomini e donne verso i quali – gettata l'arma di un'ironia contundente – è difficile non nutrire una sincera empatia, a maggior ragione vedendoli persi in mondo deragliato assai simile al nostro.