Quando, nel 2019, Ali Smith incontrò il pubblico di Festivaletteratura nella cornice di Palazzo San Sebastiano, termini come "quarantena" o "zona rossa" erano ancora lontani dall'apparire sulle prime pagine di tutti i quotidiani. Molte cose possono cambiare e poi diradarsi come nebbia in cinque anni, ma non tutte: l'immenso talento dell'autrice della Tetralogia delle stagioni resta saldo nel tempo, così come la sua capacità di leggere l'attualità della Gran Bretagna, mescolandola a una critica ragionata del futuro, anche se spaventoso e distopico come quello della sua ultima fatica Gliff. In un momento in cui il capitalismo sfrenato, il controllo digitale, la tecnocrazia e la repressione del dissenso non sono solo le basi di quello che potrebbe essere un romanzo orwelliano, ma una quotidianità vissuta da molti, la scrittrice di Inverness ha accettato "la sfida di scrivere del tempo in cui viviamo". Lo racconta al pubblico presente e alla scrittrice Gaia Manzini (La via delle sorelle).