Medico di formazione e tra i più influenti antropologi contemporanei, Didier Fassin ha da sempre indirizzato la sua ricerca etnografica verso l'analisi del rapporto delle istituzioni statali con le fasce più deboli della popolazione, concentrandosi sui temi della discriminazione razziale (Le vite ineguali), delle politiche securitarie (Punire, La forza dell'ordine) o della migrazione (Umanità in esilio). Il suo pensiero cerca sempre di individuare cause e conseguenze intersecando il punto di vista culturale con quello politico, nella consapevolezza che i populismi contemporanei "non sono aperti a un dialogo con le scienze sociali e a una riflessione antropologica […] Traggono un vantaggio troppo grande dalle loro fanfaronate e dalla loro politica repressiva per rinunciare a ciò che assicura la vittoria elettorale". Lo incontra l'antropologo Lorenzo Alunni.