"Quando vediamo un segno del linguaggio", scriveva Wittgenstein, "cerchiamo un oggetto; di qualunque cosa menzioniamo, pensiamo che ricada sotto un unico genere". Il linguaggio ci porta a credere che a ogni nome corrisponda (o debba corrispondere) un oggetto. E siccome crediamo che questo oggetto esista, ci accaniamo intorno a un'entità che esiste solo perché la nominiamo. Ma è veramente così? Per interrogarci – seguendo le orme di Wittgenstein – su che cos'è un fatto e sulla sua (in)discutibile esistenza oggettiva oltreché linguistica, Felice Cimatti (Cose. Per una filosofia del reale, L'occhio selvaggio) partirà da un caso di cronaca romana, la costruzione del nuovo stadio della Roma nel quartiere di Pietralata, in cui tutto ruota intorno alla dubbia definizione – naturalistica? amministrativa? filosofica? – dell'area boschiva che sorge al suo interno.