"C'è una stagione per ogni cosa", cantavano i Byrds nel 1965, e anche se Giuseppe Severgnini, nonno del giornalista Beppe (Neoitaliani), affermava che "èign vèch l'è l'ültima vacàda" – diventare vecchi è l'ultima sciocchezza – sappiamo che le alternative non sono poi molte. Certo, televisione, pubblicità e social esaltano la gioventù, ma la sfera della cosiddetta terza età è ampia e assolutamente vitale. Come affrontare allora al meglio l'invecchiamento senza diventare dei "vecchi barbogi"? Tra memorie, un pizzico di malinconia e con l'ironia che lo contraddistingue Beppe Severgnini ne ha ragionato in Socrate, Agata e il futuro, e ha selezionato un corpus di poesie che, a suo sentire, possono rendere più leggera questa età spesso denigrata. Le condividerà con il pubblico presente, grazie alle letture a cura dell'attrice Chiara Buratti.