“Mi chiamo Luisa Marini, ho un figlio di quattordici anni, un cane di due e un mutuo di dieci. Sommati fanno ventisei anni di responsabilità. Pari alla durata di un ergastolo, al netto della buona condotta. Nel mio caso tutta da dimostrare. Come madre mi sento una schiappa, come padrona non ho polso, sulle rate incedo a passo variabile.” Un romanzo sulla nostra tentazione di cedere al cinismo o allo sconforto e sulla possibilità sempre aperta di ricominciare a parlarci, ad ascoltarci. Un libro che si legge con un fazzoletto in mano per asciugare qualche lacrima e con una grande allegria nel cuore.